Tramite la Riabilitazione Equestre si opera su parametri quali:

  • Schema corporeo: l’andare a cavallo, il diverso modo di articolare il nostro corpo con l’animale e con l’ambiente in cui si opera, favorisce la sintesi di diverse informazioni propriocettive ed esterocettive che insieme potranno sviluppare anche processi di attenzione, memoria e apprendimento.
  • Equilibrio e regolazione del tono muscolare: la ritmicità del cavallo favorisce il raggiungimento di una normotonia; nei casi di ipertonia favorisce il rilasciamento, in quelli di ipotonia un rinforzo muscolare. Il lavoro muscolare è simmetrico: i due emisomi trovano le medesime difficoltà ed ogni attività costringe una modulazione armonica del sistema contrazioni – decontrazioni. Si favorisce inoltre il raddrizzamento del capo sul tronco e del tronco sul cingolo pelvico. Il mantenimento dell’ “assetto” del cavaliere è determinato da un controllo sul piano frontale (mediante la stimolazione dei muscoli flessori laterali), sul piano trasversale (muscoli utilizzati nella rotazione intorno all’asse corporeo) e sul piano sagittale (intergioco di muscoli flessori ed estensori).
  • Coordinazione – dissociazione: per una guida corretta del cavallo devono essere inibiti alcuni pattern motori, ad esempio una triplice flessione degli arti superiori contrasterebbe con una richiesta di partenza (VIA). Viene stimolata anche la capacità oculo – manuale e lo svincolo dei cingoli.
  • Orientamento spazio – temporale: il soggetto a cavallo sperimenta la nozione di grande e piccolo, alto e basso, avanti e dietro, sopra e sotto, vicino o lontano.

Infine va menzionata l’importanza del cavallo in quanto essere vivente, e non solo in quanto strumento terapeutico, che con il suo calore e la sua docilità costituisce un’apertura verso canali di comunicazione nuovi che consentono al soggetto di avere più possibilità di esprimersi. La Riabilitazione Equestre non è altro che un momento di vita, nonostante sia strutturato in modo da essere educativo e riabilitativo, è un’apertura verso il mondo reale, concreto, caratterizzato da obblighi, da libertà, da amore e dolore, di gratificazioni e frustrazioni: il cavallo e il suo mondo sono una delle prove palpabili di questo contatto.

A differenza di altre terapie la R.E. inoltre si svolge in un luogo non medicalizzato, non vissuto come minaccioso e pericoloso, dove il ruolo passivo del paziente si capovolge sia per la partecipazione da protagonista (richiesta obbligatoriamente dal salire a cavallo), sia perché è l’animale stesso a richiedere disponibilità, cure e attenzioni, contribuendo ad accrescere la sicurezza, l’autostima e il senso di fiducia nelle proprie capacità.

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